venerdì 10 aprile 2020

Quando Händel, nel suo viaggio in Italia, si fermò a Vignanello


di Roberta Aniello

Georg Friedrich Händel parte per l’Italia nel 1706 su consiglio di Gian Gastone de’ Medici, incontrato ad Amburgo, per apprendere la musica che si faceva nel Bel Paese. Non si sa se Gian Gastone gli finanziò il viaggio, tuttavia Händel partì e, dopo aver toccato Venezia, si diresse a Firenze dove incontrò il fratello di Gian Gastone, Ferdinando. Figlio del regnante Cosimo III, Ferdinando era l’unico più degno della tradizione degli avi per cultura e mecenatismo. Dopo il Rodrigo, rappresentato a Firenze, Händel prosegue per Roma, dove, nel febbraio 1707, si esibì all’organo della Basilica San Giovanni entusiasmando i Romani. Fu stimato da tre porporati della corte pontificia, rispettivamente il cardinale Benedetto Pamphilj, Pietro Ottoboni e Carlo Colonna.

  

Fig. 1 - Georg Friedrich Händel, Halle, 23 febbraio 1685 – Londra, 14 aprile 1759  

A Roma è conteso dai più alti personaggi della corte pontificia, e, grazie a Pietro Ottoboni, i cui lunedì musicali erano animati da artisti di valore come A. Corelli, B. Pasquini, conosce i compositori più importanti dell’epoca e i letterati esponenti dell’Arcadia. Questo movimento era nato come reazione alla falsità della tramontata epoca barocca, che voleva riallacciare il legame italiano con la cultura europea di esponenti come Vico, Alessandro Scarlatti, Corelli, Marcello che si nascondevano sotto i nomi pastorali di Terpandro, Arcomelo, Ermanteo e Driante.

Händel, troppo giovane per essere ammesso all’Arcadia, vive comunque quelle esperienze attraverso i miti di Apollo e Dafne, Aci, Galatea e Polifemo.  Conosce anche Benedetto Pamphili che aveva ereditato il talento artistico dalla madre, Olimpia Maidalchini, principessa di S. Martino al Cimino, studiosa di arte, architettura, matematica. Il Marchese Francesco Maria Ruspoli, membro dell’Arcadia, mecenate di Händel dal 1707 al 1709, lo ospita a lungo e ne apprezza il valore nelle frequenti esecuzioni oratoriali. Per il principe Ruspoli Händel compose alcune fra le sue opere più importanti che furono determinanti nella carriera del musicista. Si narra che ogni domenica il musicista dovesse comporre un’opera per Francesco Maria ed eseguirla nei giardini e nelle sale del Castello Ruspoli di Vignanello. Nel Viterbese, che vanta la più alta concentrazione mondiale di giardini storici, il giardino all’italiana ha raggiunto la sua massima espressione e Vignanello rappresenta l’esempio forse più elegante, più sofisticato e più celebrato in tutto il mondo.

 Fig. 2 -Il castello Ruspoli di Vignanello con il giardino all'italiana

Il giardino annesso ospita uno dei più acclamati spazi esterni del Seicento; il grande spazio pianeggiante e rettangolare è attraversato in lunghezza e larghezza da quattro viali, che definiscono dodici parterre di bosso allineati e squadrati che racchiudono al centro una grande vasca recinta da quattro arcate di balaustre. Le “sculture vegetali”, in origine di salvia e rosmarino, conferiscono al luogo la nitidezza di un disegno geometrico astratto.

Nonostante i cambiamenti di stile, soprattutto a fine Settecento con la moda delle broderies (ornamentazioni) francesi, il giardino si è mantenuto miracolosamente intatto. In questo periodo il compositore matura le caratteristiche del proprio stile diverso da quello di Corelli. I due musicisti rappresentano infatti due mondi a confronto: la classica e dolce euritmia corelliana, si oppone alla tendenza händeliana alla monumentalità, al fragore, ai ritmi incisivi tipici del Messia e della Water music. Il cardinale B. Pamphilj fece musicare ad Händel i propri versi per numerose cantate e per l’oratorio allegorico Il trionfo del Tempo e del Disinganno, composto nella permanenza del 1707 e, secondo la tradizione, eseguito dopo l’esecuzione dell’oratorio italiano musicato dal Sassone, La Resurrezione che avvenne nel 1708 nella Pasqua a casa del Marchese Ruspoli, residenza di Händel per alcuni mesi. A Napoli, che raggiunse nel giugno del 1708, compose la Serenata Aci Galatea e Polifemo per le nozze del Duca d’Alvino e conobbe il vescovo-compositore Agostino Steffani.

Vengono attribuite al periodo di soggiorno vignanellese alcune delle sue composizioni più importanti: Il Gloria, si dice per la prima volta eseguito presso la chiesa del Ruscello di Vallerano con l’antico organo; L’Armida Abbandonata; Diana Cacciatrice; La Resurrezione; Il Trionfo del Tempo e del Disinganno; Salve o Regina; Dixit Dominus; Cor Fedele.


Per citare questo articolo

ANIELLO, Roberta, «Quando Händel, nel suo viaggio in Italia, si fermò a Vignanello», Capranica Storica, 10/04/2020 - URL: https://www.capranicastorica.it/2020/04/quando-handel-nel-suo-viaggio-in-italia_10.html

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