venerdì 17 aprile 2020

I dipendenti e gli amici dei Conti Francesco e Nicola degli Anguillara a Capranica alla fine del XIV sec. – 1^ parte


di Carlo Maria D'Orazi
(Presidente del Centro Ricerche e Studi di Capranica)

Capranica, in provincia di Viterbo, nasce, secondo l’ipotesi più accreditata sviluppatasi negli ultimi vent’anni, per volontà dei Vescovi di Sutri che volendo ripopolare la zona, anche a difesa dell’antica città di Sutri[1],  hanno voluto avviare un’opera di incastellamento nei territori intorno a questa città vescovile tra il X e l’XI secolo facendo sorgere nuovi castri intorno a una chiesa che ha dato il via alla fondazione di queste nuove comunità.

Ecco che Capranica comincia a svilupparsi intorno alla chiesetta romanica di San Pietro, che è della 2° metà del X secolo, così anche a Ronciglione che si espande lentamente intorno alla chiesetta di S. Maria della Provvidenza (il cui titolo originario era chiesa di S. Andrea) che è della metà dell’XI secolo; un analogo fenomeno dovette verificarsi anche per il castro di Vico, sul lago omonimo e per il castro di Casamàla (il cui sito è oggi sconosciuto anche se si trovava con certezza tra Ronciglione e Caprarola[2]) e, probabilmente, anche Bassano Romano è sorto nello stesso modo.

Foto 1 - Chiesa di San Lorenzo in Capranica (VT).
Il sepolcro dei Conti Francesco e Nicola degli Anguillara (1406 ca.) opera di Paolo da Gualdo Cattaneo (attr.)

Il primo documento in cui è menzionata Capranica è del 992 nel quale, fra le stazioni situate lungo la via Cassia, si trova annotato il castro di Caprarica[3]; un secondo documento è costituito da un contratto stipulato nel febbraio del 1050 in cui viene menzionato il castro di Capralica[4].

Non sappiamo quando la nobile e ricca famiglia dei Conti degli Anguillara -originaria e signora del feudo di Anguillara, sul lago di Bracciano, che ha dato il nome alla famiglia- sia diventa proprietaria del feudo di Capranica ma possiamo ragionevolmente supporre che questo sia avvenuto nella 2° metà del XIII secolo.

Sicuramente nell’anno 1281 il Conte Pandolfo II degli Anguillara era già Signore di Capranica, difatti la pergamena n° 1 del Fondo Diplomatico dell’Archivio Storico Comunale di Capranica attesta la presenza di Pandolfo II a Capranica in quell’anno. La pergamena, ancora oggi ben conservata, contiene quattro atti notarili tutti conclusi il 16 febbraio del 1281 con i quali il Conte Pandolfo II compra metà del castro di Donazzano nella diocesi di Sutri, i quattro atti notarili sono rogati in Capranica presso la casa del fu Rosso (Rubeus) di Crescenzio, notaio Giovanni di Civita Castellana alme illustris prefecti Urbis auctoritate notarius.

La famiglia degli Anguillara ebbe diversi feudi nella Tuscia meridionale tra cui ricordiamo -oltre a Capranica- Blera, Ronciglione, Barbarano Romano, Bassano Romano, Canepina, Faleria (nel Medioevo chiamata Stabia) e altri ancora.

I principali Conti della famiglia degli Anguillara sono stati Pandolfo II che nel 1285 circa fece costruire la rocca di Capranica e stabilizzò il potere della famiglia nei feudi di sua appartenenza nel basso Viterbese e sotto di lui il castro di Capranica divenne il centro principale tra i feudi di questa famiglia nella Tuscia meridionale anche perché Capranica era situata lungo la Cassia e a soli cinque chilometri a nord di Sutri antica sede vescovile.

Il Conte Orso I e sua moglie Agnese Colonna ospitarono, invece, nel 1337 per circa due mesi il grande poeta Francesco Petrarca, nel castello di Capranica, che qui scrisse due lettere -conservate nella raccolta Familiarium Rerum, libro II, lettera 12 e 13- e tre sonetti –conservati nella principale opera del Petrarca Il Canzoniere, sonetti n° 38, n° 49 e n° 98-  ricordiamo inoltre che il Conte Orso I nel 1341 era Senatore della città di Roma e in questa veste incoronò con il lauro Francesco Petrarca sommo poeta a Roma in Campidoglio l’8 aprile 1341, domenica di Pasqua.

Foto 2 - Il sepolcro dei Conti Francesco (morto nel 1406) e Nicola (morto nel 1408) degli Anguillara (1406 ca. - part.).
Ricordiamo anche i due Conti fratelli gemelli Francesco e Nicola – documentati a partire dal 1378 negli atti notarili di Capranica[5], il primo morto nel 1406 e il secondo nel 1408 - sepolti nello splendido monumento funebre di marmo bianco di stile gotico - databile al 1406 circa e attribuito all’importante scultore Paolo da Gualdo Cattaneo che lavorò anche a Roma - conservato all’interno della bella chiesa romanico-gotica di San Francesco a Capranica intitolata originariamente a San Lorenzo.

Sotto i due Conti Francesco e Nicola degli Anguillara Capranica ebbe un periodo abbastanza fiorente e crebbe sotto l’aspetto economico e quello culturale e artistico; cospicue sono le notizie su questi due Conti e alcuni loro dipendenti conservate nell’Archivio Notarile di Capranica custodito presso l’Archivio di Stato di Viterbo.

Ultimo Conte che merita di essere ricordato, e sicuramente anche il più famoso, è il Conte Everso II degli Anguillara che ebbe mire espansionistiche ed entrò in contrasto con la Chiesa, nonostante che la famiglia fosse stata in origine guelfa, e morì nel 1464 lasciando il potere in mano ai figli Deìfobo e Francesco che persero completamente i loro feudi nel luglio 1465 quando il Papa Paolo II Barbo volle ritornare in possesso delle terre in mano agli Anguillara e mosse contro di loro l’esercito pontificio comandato dal Cardinale Niccolò Forteguerri.

Come abbiamo detto sono numerose le notizie sui due Conti fratelli gemelli Francesco e Nicola degli Anguillara trovate fra gli atti notarili di Capranica del XIV secolo e diverse sono le notizie trovate nei protocolli notarili relative ad alcuni loro dipendenti poi dimenticati a causa dell’oblio dei secoli.

Abbiamo trovato - grazie a una ricerca nei protocolli notarili del ‘300 e del ‘400 iniziata il 10 gennaio del 2019 - i nomi di sei Viceconti degli Anguillara, di tre castaldi, di un fattore e di un cantiniere tutti dipendenti dei Conti Francesco e Nicola.

La figura del Viceconte, completamente sconosciuta prima dell’inizio della nostra ricerca, si è andata delineando gradualmente; di certo il Viceconte sostituiva i Conti degli Anguillara in loro assenza e aveva competenze amministrative e di controllo sulla rocca e sul feudo di Capranica, in particolare sui beni della famiglia degli Anguillara, e quasi sicuramente anche su gli altri feudi degli Anguillara che facevano capo a Capranica. Inoltre il Viceconte presenziava ai procedimenti giurisdizionali civili -e probabilmente anche penali di cui però non abbiamo trovato traccia fino adesso nei documenti dei vari protocolli notarili esaminati- che si svolgevano all’interno della Curia[6], ovvero del tribunale, che abbiamo trovato documentata sotto gli Anguillara a Capranica dal 1339 al 1393[7] ma che continuò a svolgere la sua attività giurisdizionale almeno sino al 29 luglio 1486[8]; dobbiamo però ipotizzare che la Curia possa essere nata a Capranica ben prima del 1339, forse già esistente dalla fine del ‘200 quando Pandolfo II stabilizzò il potere degli Anguillara nel territorio della bassa Tuscia facendo di Capranica il feudo principale tra quelli esistenti nel Viterbese oppure può essere stata fondata al momento dell’acquisizione di questo feudo da parte della famiglia degli Anguillara; inoltre è molto probabile che l’attività giurisdizionale a Capranica possa essere continuata a lungo sotto i Cardinali Governatori che subentrarono nel governo del castro di Capranica una volta cacciata la famiglia degli Anguillara nel luglio del 1465[9].

Foto 3 - Lo stemma della famiglia degli Anguillara.
Sepolcro dei Conti Francesco e Nicola degli Anguillara (1406 ca. - part.)
 Non sappiamo se il Viceconte fosse laureato in Utroque Jure, cioè in Diritto Canonico e in Diritto Civile, e svolgesse effettivamente le funzioni di giudice nei procedimenti -cosa che invece è attestata per il Viceduca del Ducato di Castro e Ronciglione che ebbe, nel XVI e XVII secolo, compiti amministrativi e anche giurisdizionali in qualità di Giudice di 2° grado ed è, inoltre, dimostrato che fosse sempre laureato in Utroque Jure[10]- quel che è certo è che il Viceconte degli Anguillara presenziava ai procedimenti giudiziari che si svolgevano nella Curia a Capranica.

Abbiamo trovato menzionati, nei documenti notarili del ‘300, i nomi di sei Viceconti che furono dipendenti dei Conti Francesco e Nicola degli Anguillara[11].

Il primo, in ordine cronologico, è Giovanni di Nuccio Sandri detto Porta[12] attestato dall’8 gennaio 1384, il secondo è Giovanni di Coluzia detto Mazzatosta documentato a partire dal 28 giugno 1384[13] il terzo è Antonio Fiorentini[14] menzionato più volte nell’anno 1389, il quarto è Cecco Danzepit detto Inpeciato[15] attestato nell’anno 1392, il quinto è Luca del Signor Francesco[16] citato nei documenti fra il 1392 e il 1393 dopo il Viceconte Inpeciato, il sesto è Coluzia di Giacomo Bobissi documentato a partire dal 14 febbraio dell’anno 1395 circa[17].

Da quello che si nota negli atti notarili, i Viceconti non duravano in carica più di due o tre anni consecutivi ma è possibile che alcuni di loro siano stati chiamati nuovamente, dagli Anguillara, a ricoprire l’incarico a distanza di tempo.


N. B. Tutti i documenti notarili citati nello studio appartengono all’Archivio Notarile di Capranica conservato presso l’Archivio di Stato di Viterbo. Questo saggio è stato pubblicato nel novembre 2019 nella rivista di studi storici orvietani Altastrana -nuova serie n° 4, Edizioni Spine, di cui è curatore il dr. Aldo Lo Presti di Roma- ma in questa seconda pubblicazione il saggio è stato rivisto e corretto sulla base di nuovi documenti scoperti nell’Archivio Notarile di Capranica tra il novembre 2019 e il febbraio 2020.

[1] In quegli anni sulle coste viterbesi ci furono diverse incursioni dei Saraceni che causarono fra l’altro, a partire dal X secolo, lo spopolamento dell’antica città di Vulci i cui abitanti si trasferirono soprattutto nella città vescovile di Castro poi distrutta nel 1649 ad opera delle truppe di Papa Innocenzo X  che volle riappropriarsi delle terre del Ducato farnesiano di Castro e Ronciglione.

[2] Sia il castro di Vico che quello di Casamàla avevano una rocca, quella di Vico è ancora in minima parte visibile perché esistono i ruderi vicino al lago omonimo su un piccolo colle. Per quanto riguarda Casamàla è dimostrato che avesse una rocca perché abbiamo rintracciato un atto, dell’Archivio Notarile di Capranica, che è concluso nella rocca di Casamàla, cfr.: notaio Graziano di Pietro (1375-1418), prot. 195 cc. 67v/68v, atto di tre pagine del 14 marzo 1377.

[3] Archivio Segreto Vaticano, Archivio di S. Maria in Via Lata, I, 40. Cfr.: Glori S. - Santoni P., L’archivio storico preunitario del comune di Capranica, sta in “Rivista Storica del Lazio”, anno III, n° 3, anno 1995, Gangemi Ed., pag. 257.

[4] Archivio del monastero romano dei SS. Cosma e Damiano in Mica Aurea, pergamena LIII.

[5] Graziano di Pietro, prot. 195 cc. 18r/19r, atto del 14 aprile 1378; Graziano di Pietro, prot. 195 c. 24r, atto del 25 dicembre 1378; Graziano di Pietro, prot. 195 c. 25r, atto del 30 dicembre 1378.

[6] La Curia è chiamata spesso, nei documenti notarili che la riguardano, Curia Rationis ovvero “Curia della Ragione”, cfr.: notaio Pancrazio di Domenico (1339-1358), prot. 313 c. 4r, atto in Curia Rationis del 15 settembre 1339; Pancrazio di Domenico, prot. 313 c. 11r, atto in Curia Rationis del 26 febbraio 1340; Graziano di Pietro, prot. 196 c. 53v, atto in Curia Rationis del 5 agosto 1389; Graziano di Pietro, prot. 196 c. 60r, atto in Curia Rationis del 30 agosto 1389; Graziano di Pietro, prot. 196 c. 60v, atto in Curia Rationis del 1 settembre 1389. Inoltre, frequentemente, la Curia è anche chiamata Domus Juris ovvero “Casa del Diritto”; in un caso abbiamo trovato anche la dizione Domus Rationis, cfr.: Pancrazio di Domenico, prot. 313 c. 20v, atto ante Domum Rationis del 17 aprile 1340.

[7] Il primo atto, in ordine di antichità, che parla della Curia è quello del notaio Pancrazio di Domenico menzionato nella nota n° 6, inoltre confronta: notaio Francesco Guerci (1383-1386), prot. 260 c. 4r, atto in Curia-Domus Juris del 14 maggio 1383; Graziano di Pietro, prot. 197 c. 56r, atto in Curia-Domus Juris del 23 marzo 1393. Il prot. 260 risulta essere, nell’inventario conservato presso l’Archivio di Stato di Viterbo, di un notaio sconosciuto ma noi ne abbiamo individuato, nell’ottobre 2019, il nome menzionato nell’atto delle carte 7v/8r del 10 gennaio 1384, concluso nella Curia o Domus Juris, in cui il notaio Francesco Guerci roga in prima persona l’atto in cui è nominato arbitro -insieme a Cecco Danzepit detto Inpeciato (che poi diverrà Viceconte degli Anguillara a Capranica nel 1392)- di una controversia civile.

[8] Notaio Giovanni Grassi (1470-1510), prot. 192 c. 85r, atto in platea arcis videlicet ante Bancum Juris (= banco del tribunale) del 29 luglio 1486.

[9] La Santa Sede, una volta ritornata in possesso dei feudi degli Anguillara, volle avere un più diretto controllo di Capranica e dei vecchi feudi degli Anguillara inviando stabilmente un Cardinale ad amministrare il castro di Capranica.

[10] Sulla figura del Viceduca del Ducato di Castro e Ronciglione, spesse volte chiamato anche, negli atti notarili dell’epoca, Luogotenente, vedi: D’Orazi C. M., “Pietro Flammini Doctor et Civis Urbevetanus”, sta in: Altastrana Rivista di Studi Orvietani, I Serie n° 3, Edizioni Spine, Tip. Ambrosini di Acquapendente (VT), agosto 2010, pp. 119-167.

[11] In assoluto il primo Viceconte di cui parlano i documenti notarili di Capranica è un certo Jannuccio di Tommaso attestato già nel settembre del 1339, cfr.: Pancrazio di Domenico, prot. 313 c. 4r, atto del 15 settembre 1339. Gli atti notarili sopravvissuti di Capranica iniziano proprio con il protocollo n° 313 il cui primo atto è del 16 aprile 1339; è presumibile che la figura del Viceconte possa essere nata, a Capranica, al momento dell’acquisizione di questo feudo da parte della famiglia degli Anguillara nel corso del XIII secolo.

[12] Francesco Guerci, prot. 260 c. 5v, atto in Curia-Domus Juris dell’8 gennaio 1384; Francesco Guerci, prot. 260 c.7r, atto in Curia-Domus Juris del 9 gennaio 1384; Francesco Guerci, prot. 260 c. 48v, atto dell’8 maggio 1384. Negli atti notarili del protocollo n° 260 il nome del Viceconte Giovanni di Nuccio Sandri si alterna con quello del Viceconte Porta e sospettavamo che si trattasse della stessa persona cosa che poi è stata confermata nel novembre 2019 quando trovammo un documento, rogato nella loggia della rocca di Capranica, che riporta testualmente …Janne Nucij Sandrj alias dicto Porta… cfr. Francesco Guerci, prot. 260 c. 67v, atto del 22 agosto 1384.

[13]  Francesco Guerci, prot. 260 cc. 50 bis v/51r, atto del 28 giugno 1384; Francesco Guerci, prot. 260 c. 87r, atto del 29 novembre 1384; in un atto del 1395 circa compare il soprannome di Giovanni di Coluzia che risulta essere in questo documento, insieme ad Antonio Fiorentini, santese, cioè amministratore, e procuratore della chiesa di S. Maria in Capranica, cfr. notaio sconosciuto, prot. 262 cc. 12r/13r, atto del 3 febbraio 1395 circa. Il protocollo n° 262 risulta essere senza indicazione dell’anno perché le prime pagine sono andate perse compreso il signum notarile e tutti gli atti superstiti sono datati con l’indicazione Eodem anno…, ma il protocollo è sicuramente databile a dopo il 1391 perché in un atto risulta essere già morto il notaio e prete capranichese Paolo di Santoro [cfr. notaio sconosciuto, prot. 262 c. 22r, atto del 20(?) febbraio 1395 circa, mentre il notaio di questo protocollo dovrebbe essere Graziano di Pietro che ha rogato dal 1375 al 1418 ed è stato anche prete e Rettore della chiesa di S. Maria in Capranica], canonico della chiesa di S. Maria in Capranica, i cui ultimi atti, in possesso dell’Archivio di Stato di Viterbo, sono stati rogati nell’anno 1391.

[14] Graziano di Pietro, prot. 196 c. 53v, atto in Curia-Domus Juris del 5 agosto 1389; notaio Pietro Nucci Ziani (1348-1389), prot. 282 c. 28r, atto del 17 dicembre 1389. Antonio Fiorentini è presente, come privato cittadino, in diversi atti notarili tra cui ricordiamo: Graziano di Pietro, prot. 196 c. 6v, atto del 20 febbraio 1388 (è un atto con cui Petruccia, figlia di Antonio Fiorentini, viene promessa in matrimonio); Graziano di Pietro, prot. 197 c. 19v, atto del 25 giugno 1392 (Antonio Fiorentini acquista un prato posto in località Pecujaro nel territorio di Capranica).

[15] Graziano di Pietro, prot. 197 cc. 18r/v, atto del 15 giugno 1392; Graziano di Pietro, prot. 197 c. 23v, atto in Curia-Domus Juris del 13 agosto 1392. Cecco Danzepit detto Inpeciato risulta essere presente, come privato cittadino, in alcuni atti notarili tra cui ricordiamo: Francesco Guerci, prot. 260 cc. 7v/8r, atto del 10 gennaio 1384 (Inpeciato è nominato arbitro, insieme al notaio Francesco Guerci, di una controversia civile; in questo atto è riportato il nome, il cognome e il soprannome); Graziano di Pietro, prot. 196 c. 70v, atto in Curia-Domus Juris del 29 settembre 1389 (Inpeciato è nominato arbitro, insieme a Quirico Surcis, di una controversia civile); Graziano di Pietro, prot. 197 c. 80v, atto del 19 ottobre 1393 (contratto con cui Inpeciato affitta una grotta a Luzio Matti sita nel castro di Capranica, nella contrada Castrum Novum, in via Miccinella).

[16] Graziano di Pietro, prot. 197 c. 34v, atto del 13 ottobre 1392; Graziano di Pietro, prot. 197 cc. 35v/36r, sentenza in Curia-Domus Juris del 1 novembre 1392; Graziano di Pietro, prot. 197 c. 56r, atto in Curia-Domus Juris del 23 marzo 1393.

[17] Notaio sconosciuto, prot. 262 cc. 16v/17v, atto del 14 febbraio 1395 circa (vedi nota n° 13); notaio sconosciuto, prot. 262 cc. 39v/40r atto del 17 luglio 1395 circa.


Per citare questo articolo

D'ORAZI, Carlo Maria, «I dipendenti e gli amici dei Conti Francesco e Nicola degli Anguillara a Capranica alla fine del XIV sec. – 1^ parte», Capranica Storica, 17/04/2020 - URL: https://www.capranicastorica.it/2020/04/i-dipendenti-e-gli-amici-dei-conti_68.html

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