venerdì 31 agosto 2018

Terenziano da Todi: il santo e il patrono

Fig. 1 - ritratto di San Terenziano attribuito a Ventura di Arcangelo Salimbeni (Cavalier Bevilacqua), sec. XVI (L. Zaffarami, San Terenziano primo vescovo di Todi, Todi 1935)

 

di Fabio Ceccarini 

 

Nell'occasione della festa patronale di San Terenziano, ripubblichiamo un articolo comparso nel 2009 sul sito Encyclocapranica. 

 

1. Le origini e la vita

Non esistono documenti attraverso i quali è possibile ricostruire le vicende della vita di Terenziano da Todi. Seppure qualche storico tudertino ne ipotizzi una sua venuta in Umbria dall’Oriente, Mons. Zaffarami, vescovo successore del santo e studioso della sua figura, propende più per un Oriente umbro piuttosto che asiatico. In effetti, il nome latino ne lascia chiaramente trasparire una origine romana. Un copioso numero di iscrizioni lapidee romane infatti - sono almeno una sessantina quelle prese in considerazione dallo Zaffarami - dimostrerebbe la venuta nel territorio tudertino della Gens Terentia, famiglia a cui Terenziano sarebbe appartenuto (cfr. Zaffarami, San Terenziano..., pp. 34-39), sin dai primi anni del II secolo.

Tutto ciò che è possibile sapere su San Terenziano dunque, si può desumerlo dalle poche e scarne notizie che ci sono state tramandate dalla Passio Sancti Terentiani, conosciuta in almeno quattro copie, e dal Martirologio Romano. Dalla prima, conservata presso la biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, sappiamo che all’epoca del martirio il Vescovo Terenziano era già vecchio; che la sua morte sarebbe avvenuta “sub Hadriano”, 85 anni dopo la morte di Cristo nel primo giorno del mese di settembre (“Kalendis Septembris”); che fu seppellito insieme a Flacco, suo compagno di martirio, “8 miliario ab urbe tudertina in loco qui dicitur petrosa, seu Colonia” (l’odierna San Terenziano, in comune di Gualdo Cattaneo). Dal Martirologio Romano sappiamo invece che il suo martirio fu ordinato dal proconsole Leziano, e che fu eseguito verso l’anno 138 (Moroni, LXXVI, p. 229) “mediante crudeli tormenti, la recisione della lingua e il troncamento del capo”.


Fig. 2 (sopra) e 3 (sotto) -
"Opuscolo di Notizie Istoriche del Gloriosissimo San TERENZIANO Primo Vescono e Martire della Città di Todi" (sec. XIX), conservato a Capranica presso il Museo delle Confraternite

Sulla base di questi pochi elementi, tra gli storici vi è chi ne colloca il martirio nell’anno 134 (Chiricozzi, San Terenziano, p. 9), chi nell’anno 138 (Moroni, cit.), chi si limita invece a riportare soltanto l’intervallo di tempo durante il quale esso è certamente avvenuto. Tra questi è ancora lo Zaffarami ad affermare che la morte del santo si sarebbe verificata tra il 117 e il 138. Tuttavia, considerando che Adriano diventa imperatore l’11 agosto 117, dopo la morte di Traiano, che muore il 10 luglio dell’anno 138 e che la Passio della Laurenziana riporta il giorno del 30 di luglio come data in cui sarebbe avvenuto l’arresto del vescovo, devono escludersi senz’altro sia il 117 che il 138 dall’intervallo  poiché incompatibili con tale data dell’arresto del Santo (30 luglio). Su questa base il martirio è dunque databile tra il 1° settembre del 118 e il 1° settembre del 137 (cfr. Cappelli, Cronologia, cronografia e calendario perpetuo, pp. 286-287).

Secondo la tradizione tramandata dalla Passio, durante il suo ministero episcopale Terenziano si era attirato le invidie dei pagani di Todi, e in particolare di quella di Flacco, sacerdote del tempio di Giove, che ben presto lo denuncia (o fa denunciare) all’imperatore Adriano. Questi, avendo appena emanato un editto contro i cristiani, invia a Todi il proconsole della Tuscia, Leziano, che fa arrestare Terenziano il 30 luglio e lo manda a morte. Durante il processo, il Santo non rinuncia ad annunciare il Vangelo allo stesso Leziano, il quale preso dall’ira nel vedere l’impassibilità del Vescovo di fronte alla tortura (viene scarnificato e gli vengono posti ai fianchi carboni accesi), resta muto e muore. Intanto Flacco, divenuto cieco in seguito alla distruzione miracolosa dell’apparato sacrificale predisposto per far morire Terenziano, riacquista la vista grazie all’intercessione del Santo, che lo benedice e lo battezza. Flacco, dopo aver proclamato la sua fede in Cristo, segue il Vescovo al martirio e viene con lui decapitato il 1° settembre. Il “prete Esuperanzio e la piissima Lorenza” (Moroni, cit.), avvertiti in sogno, seppelliscono i due martiri a 8 miglia da Todi, in un luogo chiamato Colonia.

 

2. Il patronato su Capranica

Secondo il Chiricozzi (San Terenziano, p. 30), il culto di San Terenziano a Capranica risale al 1260, allorché Pandolfo II dell’Anguillara, comandante dell’esercito della Chiesa, vi portò le reliquie come bottino di guerra per la riconquista di Todi, ribellatasi al Papa Alessandro IV. Due secoli più tardi, il nome di Terenziano fu invocato come protettore della «Repubblica Capranicensis», contro Deifobo e Francesco dell’Anguillara, figli del Conte Everso II, che avevano provocato la rappresaglia punitiva della Chiesa in seguito alla sciagurata conquista del feudo di Caprarola. In un istrumento del 1651 si ricorda l’esistenza del cranio del Santo tra le reliquie possedute dalla Collegiata di San Giovanni Evangelista, mentre un documento del 1683 parla di una parte di osso del braccio del Santo (sulle reliquie autentiche possedute dalla Comunità di Capranica cfr. Ceccarini, Dio fa casa con l’uomo..., p. 106, nota 321). Il possesso di queste importanti reliquie, nonché la sua somiglianza con San Biagio (uno dei 14 santi ausiliari), deve aver fatto propendere la Comunità di Capranica nella scelta di San Terenziano come patrono del paese. In suo onore, venne così edificata una chiesa rurale durante il XVI secolo ed eretta una Confraternita laicale, dal titolo dei Santi Terenziano, Rocco e Sebastiano (1590).

3. La sacra immagine venerata a Capranica

La sacra immagine di San Terenziano venerata a Capranica, è un pregevole busto in lamina di rame argentato, che lo presenta con la mitra in capo, in abiti pontificali e piviale, sul quale sono raffigurati gli apostoli Pietro e Paolo. All’interno del busto è conservata la reliquia del cranio del Santo, mentre un osso del braccio è conservato all’interno del braccio destro, in argento. Il braccio sinistro, sempre d’argento, conserva invece una reliquia di San Biagio, Vescovo e martire. Il busto è stato donato alla Comunità di Capranica nel 1631 da Bernardino Naro, figlio di Fabrizio, per devozione al Santo Vescovo, come testimonia l’iscrizione recata dal piedistallo:

D.O.M.
BERNARD. NARUS

Q.
FABBRITII FILIUS

DIVOTIONIS ERGA

S. ANTISTITEM

AN. D.NI MDCXXXI

La sacra immagine del Santo è portata in processione per le vie del paese fino all’omonima chiesa rurale, ogni prima domenica di settembre e ogni 8 dello stesso mese.

Fig. 4 - La sacra immagine nella sua macchina processionale durante una processione
 

4. La diffusione del culto in Italia

Il culto di San Terenziano, Vescovo e Martire, è diffuso in molte zone d’Italia. Monsignor Zaffarami (S. Terenziano..., pp. 65-66), ne presenta un elenco nel suo lavoro (che data 1935), avvertendo che è tratto dall’Annuario delle Diocesi e del Clero d’Italia del 1924 (Don Pacifico Chiricozzi, in San Terenziano, pp. 14-15, lo riporta integralmente senza correzioni). Per questo motivo, si è ritenuto procedere ad una ricognizione della lista di luoghi e località, poiché nel tempo hanno cambiato denominazione, comune, provincia e diocesi di appartenenza, integrandola con l’aggiunta di Capua e Tortona e provvedendo a qualche correzione:

1.    Recco (Comune di Recco – Arcidiocesi di Genova): si ricorda una cappella intitolata al Santo, mutata in San Rocco tra il sec. XV e il sec. XVI dopo una grave pestilenza (concomitante culto di San Rocco);

2.    Premanico (già appartenente al Comune di Apparizione – Comune di Genova – Arcidiocesi di Genova): esistono ruderi di chiesetta intitolata al Santo (concomitante culto di San Rocco);

3.    Pino (Comune di Genova – Arcidiocesi di Genova): chiesa parrocchiale intitolata a San Michele e Terenziano, patrono del luogo. Si ricorda il cosiddetto olio di San Terenziano, benedetto e distribuito alla popolazione in occasione della festa, che possiede virtù taumaturgiche per la cura dei reumatismi e delle artriti. Vi esiste anche una confraternita dal titolo dei Santi Michele e Terenziano;

4.    Rosso (Comune di Lavagna – Arcidiocesi di Genova): località intitolata al Santo;

5.    Teriasca (Comune di Sori – Arcidiocesi di Genova): la locale chiesa di San Lorenza, fu originariamente edificata sotto il titolo dei Santi Lorenzo e Terenziano (concomitante culto di San Rocco);

6.    Fumeri (Comune di Mignanego – Arcidiocesi di Genova);

7.    Rezzoaglio (Diocesi di Bobbio-Piacenza): patrono del luogo (concomitante culto di San Rocco);

8.    Leivi (Diocesi di Chiavari): con cappella intitolata ai santi Terenziano e Desiderio;

9.    San Terenziano (Comune di Leivi): patrono del luogo;

10.Nicorvo (Diocesi di Vigevano): patrono del luogo, con chiesa parrocchiale propria e chiesa rurale;

11.Rompeggio (Comune di Ferriera – Diocesi di Piacenza-Bobbio): patrono del luogo;

12.Ebbio (Comune di Bettola – Diocesi di Piacenza-Bobbio): patrono del luogo, con chiesa parrocchiale propria;

13.Groppo Ducale (Comune di Bettola – Diocesi di Piacenza-Bobbio);

14.Isola di Compiano (Comune di Compiano – Diocesi di Parma): patrono del luogo, vi si svolge una “Fiera Millenaria di San Terenziano” in occasione della festa;

15.Gorro (Comune di Borgotaro – Diocesi di Parma): patrono del luogo;

16.Fraore (Comune di Parma – Diocesi di Parma): patrono del luogo, con chiesa parrocchiale propria;

17.Soragna (Diocesi di Parma): si ricorda una fiera in onore del Santo all’interno della Rocca;

18.San Terenziano (Comune di Cavriago – Diocesi di Reggio Emilia): con chiesa parrocchiale propria;

19.Raiano di Cornio (Diocesi di Sulmona-Valva): con eremo dell’XI sec. intitolato al Santo;

20.Capua (Arcidiocesi di Capua): si ricorda una chiesa intitolata al Santo, già nel XIII sec., fatta demolire da Federico II di Svevia per far posto all’edificazione della porta della Città;

21.Tortona (Diocesi di Tortona): vi si ricorda un vescovo Terenziano, martirizzato nel 186 d.C., ma non è certo che sia lo stesso Terenziano di Todi;

22.San Terenziano (Comune di Gualdo Cattaneo – Diocesi di Todi): con chiesa parrocchiale e tomba del Santo;

23.Teano (Diocesi di Teano): con reliquie (un braccio) ed officiatura approvata;

24.Capranica (Diocesi di Civitacastellana): patrono del luogo, con reliquie (il cranio e un braccio), officiatura approvata e chiesa propria. Vi esiste una confraternita intitolata ai Santi Terenziano e Rocco;

25.Todi (Diocesi di Todi): officiatura con lezioni proprie e rito doppio di II classe, festa celebrata nella Città e in tutto il territorio diocesano il 1° settembre di ogni anno.

5. La leggenda del martirio 

La Passio Sancti Terentiani fu molto diffusa nel Medioevo. Fa parte di un numeroso gruppo di passiones di santi umbri, come quelle di San Savino di Spoleto o di San Valentino di Terni, risalenti al V o VI sec.. Tra esse, la Passio di San Terenziano è l’unica che dimostra l’arrivo del cristianesimo in Umbria già dal II secolo, tanto che l’età avanzata del Santo Vescovo ha indotto ad ipotizzare, secondo alcuni autori, l’apostolicità della Chiesa di Todi. Della Passio si conserva una copia presso la Biblioteca Laurenziana di Firenze (BH, II, pp. 1158-89, nn. 8000-03), che si riporta secondo la traduzione dal latino fattane da Monsignor Zaffarami (San Terenziano..., pp. 21-23; il Chiricozzi, San Terenziano, cit., riporta la medesima a pp. 7-9).

Il 30 luglio, 85 anni dopo la morte di Gesù Cristo, sotto l’Imperatore Adriano, il vescovo Terenziano venne arrestato e condotto di fronte a Leciano, proconsole della Tuscia. "Vecchio, svelaci i misteri della tua religione - chiese Leciano - e spiegaci il motivo per cui, in tua presenza, gli dei immortali non hanno alcun potere ed i nostri sacerdoti e le nostre vergini non riescono ad ottenere i responsi". Terenziano rispose: "Distogli lo sguardo dal culto degli idoli e potrai conoscere la verità. Il demonio ti possiede e ti impedisce di conoscere il tuo Salvatore, morto e risorto per la salvezza del mondo". A tale risposta Leciano, dopo avergli fatto colpire la bocca con una pietra, lo fece spogliare ed ordino che i sacerdoti approntassero l’occorrente per il sacrificio al cospetto delle statue di Giove ed Ercole, quindi, rivolgendosi a Terenziano, ingiunse: "Tutto è pronto, sacrifica!”. Questi per tutta risposta, alzati gli occhi al cielo, così pregava: "Signore Dio, siano confusi coloro che adorano gli idoli e si gloriano delle loro immagini". All’istante Flacco, uno dei sacerdoti, divenne cieco, le statue andarono in frantumi e l’occorrente per i sacrifici disperso. Viste queste cose, Leciano ordinò che l’anziano vescovo fosse steso su un aculeo, aggiungendo: "Mostraci ora la tua arte magica!". "Cada su di te il castro di Cristo, Figlio del Dio vivente", fu la risposta del Santo. Leciano lo fece frustare e mentre il suo corpo veniva dilaniato, Terenziano così pregava: "Gloria a Te, Gesù benedetto, che ricolmi di benefici coloro che sperano in Te. Finalmente conosco la Tua benedizione". Ancor più adirato Leciano fece porre dei carboni ardenti ai suoi fianchi e con tono di scherno chiedeva: "Dov’è il tuo Signore?". A lui prontamente il Santo: "E’ con me e se crederai in Lui troverai misericordia". Irritato da tale risposta e dall’ostinazione di Terenziano, dopo aver ordinato che la sua lingua amputata fosse calpestata al cospetto dei presenti, Leciano divenne muto e successivamente mentre, facendo gesti con le mani, dava ordine di ricondurre Terenziano in prigione, stramazzò al suolo privo di vita. L’indomani Flacco, il sacerdote degli idoli miracolosamente divenuto cieco, sapute queste cose corse incontro a Terenziano mentre veniva tradotto in piazza per essere martirizzato, e prostratosi ai suoi piedi lo implorava dicendo: "Ti scongiuro per il Dio vivo che tu predichi! Oggi, in visione, ho visto un uomo bellissimo che mi ha detto: recati dal vescovo Terenziano se vuoi essere illuminato". Terenziano inginocchiatosi pose le mani sugli occhi di Flacco esclamando: "Ti illumini Gesù che è la vera luce". Flacco, guarito all’istante, proclamava: "Ora credo in Gesù Cristo Figlio di Dio che mi ha ridato la vista", quindi dopo aver ricevuto il battesimo lo seguì. Entrambi furono decapitati, per ordine di Leonzio rappresentante dell’Imperatore, il 1° giorno di settembre, fuori dalle mura cittadine nei pressi della riva del Tevere. La notte successiva, il presbitero Esuperanzio ed una certa Lorenza andarono a raccogliere i corpi dei santi e li seppellirono a otto miglia dalla città di Todi in un luogo chiamato Colonia meglio conosciuto con il nome di Petroso. Qui abbondano i benefici di Dio.

Fig. 5 (sopra) e 6 (sotto) - Affreschi raffiuguranti la vita di San Terenziano (Chiesa di San Terenziano al monte

6. Miracoli e prodigi attribuiti al Santo

Il Chiricozzi (San Terenziano, pp. 43-51), attribuisce alla protezione di San Terenziano almeno tre fatti prodigiosi che hanno preservato Capranica da morti e distruzioni.

Tra il 1701 e il 1709, le truppe di Eugenio di Savoia, impegnate nella Guerra di Successione spagnola, fecero sosta a Capranica per rifocillarsi, dandosi al saccheggio delle campagne e alla razia del bestiame. Dopo che il popolo ricorse con fiducia al Patrono, alla partenza dell’esercito straniero le vacche furono miracolosamente ritrovate sul monte di San Terenziano (all’epoca privo di strada che ne permetteva il collegamento con l’abitato), raccolte intorno alla chiesa rurale. Il fatto fu immortalato per ex voto in un dipinto – purtroppo andato perduto – noto come “il quadro di Caragone”.

Durante l’occupazione francese, tra il 1798 e il 1799, il popolo vegliò con turni di guardia il busto del Santo, per evitare che fosse trafugato dalla soldataglia, ricorrendo a lui con filiale devozione. Mentre altri paesi limitrofi (come Ronciglione), subirono devastazioni e morte, Capranica non ebbe così altre conseguenze se non il pagamento di scudi 3.971,85 e la consegna di diversi quantitativi di derrate alimentari agli occupanti.

Nei mesi che seguirono l’armistizio dell’8 settembre 1943 e fino alla liberazione di Capranica, avvenuta al passaggio delle truppe anglo-americane l’8 giugno 1944, diversi sono stati gli episodi per cui si è riconosciuto un intervento del Santo. Come l’umanamente inspiegabile dietro-front del comando tedesco nella decisione di distruggere il paese, durante la “settimana di terrore” del novembre del ‘43, in cui furono barbaramente uccisi 17 giovani avieri sardi e tre giovani capranichesi (Virgilio Andreotti, Antemio Baldi e Salvatore Alessi). O come l’inattuato piano di far saltare in aria la collina su cui oggi sorge il camposanto, facendola crollare sulla Cassia in modo da ostruire il passaggio ai liberatori. O, ancora, l’aver impedito che un grosso obice puntato verso il paese dal piazzale della Madonna del Piano, distruggesse l’abitato. O quanto viddero due vedette tedesche, che salite sul campanile della chiesa di Santa Maria per controllare l’avanzata verso Sutri degli alleati, riferirono di aver incontrato un vecchio con la barba bianca e lunga che li convinse a scendere subito per informare il comando sull’opportunità urgente di ritirarsi più a nord.

Per questi ed altri fatti giudicati miracolosi dalla gente di Capranica, la domenica del 9 luglio 1944, si portò in solenne processione il Santo protettore per le vie del Paese, alla presenza del vescovo diocesano Mons. Giuseppe Gori.

Bibliografia
Lucchesi G., «Terenziano», BSS, XII, coll. 370-372;  Zaffarami L., San Terenziano primo vescovo e martire di Todi e San Flacco suo compagno di martirio e di sepoltura, Todi 1935 (riproduzione anastatica a cura di Paolo Boni, Todi 1984); Chiricozzi P., San Terenziano, nuova edizione, Roma 1985 (precedente edizione del 1945 con il titolo, S. Terenziano v.m. Patrono di Capranica, Viterbo 1945); Morera T., Capranica nella storia e nell’arte, Roma 1994; Ceccarini F., Dio fa casa con l’uomo. La Collegiata di San Giovanni Evangelista in Capranica nel Bicentenario della sua fondazione. 6 agosto 1801 – 6 agosto 2001, Capranica 2001; Faloci Pulignani M., «Le origini del cristianesimo nell’Umbria», Archivio per la Storia Ecclesiastica dell’Umbria, I-1° (1913), pp. 17-85; Maturo O., «Antica leggenda ed inni inediti di San Terenziano Vescovo di Todi», Archivio per la Storia Ecclesiastica dell’Umbria, I-2° (1913), pp. 239-247

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San Terenziano e Capranica - Il video, proiettato a margine del Convegno "Da Todi all'Italia: la diffusione del culto di San Terenziano", svoltosi a Capranica il 29/08/2009 in occasione delle celebrazioni del 1875° anniversario del martirio del Santo, cerca di presentare il rapporto di fede e devozione tra Capranica, i suoi abitanti, e il suo Patrono Terenziano, attraverso il racconto di fatti prodigiosi che la pietà popolare attribuisce al Santo.

 
 La diffusione del culto di San Terenziano - Il video, proiettato a margine del Convegno "Da Todi all'Italia: la diffusione del culto di San Terenziano", svoltosi a Capranica il 29/08/2009 in occasione delle celebrazioni del 1875° anniversario del martirio del Santo, presenta una sorta di "geografia del culto di San Terenziano" e la sua diffusione dall'altipiano umbro di San Terenziano al resto dell'Italia

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CECCARINI, Fabio, «Terenziano da Todi: il santo e il patrono», Capranica Storica, 31/08/2018 - URL: https://www.capranicastorica.it/2018/08/terenziano-da-todi-il-santo-e-il-patrono.html

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