giovedì 28 aprile 2022

La cappella del SSmo Crocifisso, gli affreschi di Luigi Fontana e un'emissione filatelica del Sovrano Militare Ordine di Malta

di Fabio Ceccarini

L’annuale festa della Santa Croce, officiata tradizionalmente la prima domenica di maggio dall’antichissima Arciconfraternita capranichese del SSmo Sacramento, ci da’ lo spunto per illustrare brevemente le decorazioni pittoriche presenti nella prima cappella a destra della chiesa di San Giovanni Evangelista.

E’ in questa cappella, infatti, che viene conservato il crocifisso ligneo del xv sec.[1], che ogni anno viene trasportato in processione per le vie del paese dalla suddetta confraternita laicale. A questa, la cappella venne affidata nel 1831 dal Capitolo dei Canonici della Collegiata di San Giovanni durante i lavori di costruzione della chiesa – a quel tempo ancora in corso almeno per le decorazioni e finiture dell’interno dell’aula – per celebrare le proprie funzioni religiose:

“…cioè 1) l'Officio de' Morti in l'Ottava, 2) il Vespero, e Messa cantata nella Festa della SSma Croce, ed 3) altra Messa cantata coll'Officio nella Festa della Madonna SSma di Loreto, coll’obbligo ancora ingiunto, che potranno godere di queste concessioni finché sarà terminato l’Oratorio esistente sotto detta Chiesa, e che fin d’adesso non possino vestirsi nella Sagrestia delli Sig.ri Canonici suddetti, e sieno tenuti a riconsegnare l'Altare sud[dett]o nella maniera che lo ricevono. L'Altare, che provvisoriamente le si assegna è quello a mano destra, allorquando si entra nella Porta grande della Chiesa…”[2].

Il crocifisso ligneo di San Giovanni, issato sulla macchina processionale di San Terenziano, in occasione del trasporto eccezionale del 1933.

Davanti all’altare della cappella, in basso, su una lastra di marmo del pavimento, è l’iscrizione:

anno jubilaei mcmiii

ed è un riferimento al Giubileo Costantiniano indetto da Papa Pio X e celebrato dal 30 marzo all’8 dicembre 1913, in occasione del XVI centenario dell’Editto di Costantino che sancì la liberta del culto cristiano nell'Impero Romano. Per la prima volta dopo 16 secoli si festeggiò, quindi, la vittoria di Costantino su Massenzio al Ponte Milvio (312) e la pubblicazione dell’Editto di Milano (313).

Sopra l’altare è installata una imponente macchina barocca di ragguardevoli dimensioni (misura 7,00 mt. di altezza per 3,50 di larghezza), originariamente di proprietà della stessa arciconfraternita del SS. Sacramento, come riporta il libro Capitolare della Collegiata alla data del 24 luglio 1830:

“…I membri componenti della Ven. Confraternita del SS. Sagramento in Capranica, hanno umiliato supplica a Sua Signoria Illma, e Revma Mons.r Vescovo Anselmo Basilici perché provvedendo i medesimi un elegante altare dorato venga questo situato in una delle quattro cappelle della Chiesa di San Giovanni Evangelista e la prelodata Sua Signoria Illma ne richiede il parere al nostro Capitolo. E a tale effetto furono raccolte le V.S i voti bianchi furono sei e neri uno solo per cui rimase approvata la richiesta…”[3].

La macchina è realizzata in legno intagliato dorato e dipinto su basi a foglie d’acanto su fondo scuro ad imitazione di intarsio. Poggiate su tre plinti con rilievi vegetali dorati, includenti un calice con l’ostia, si ergono in entrambi i lati tre colonne tortili e dorate, scanalate per un terzo e per il resto decorate da tralci di rose in rilievo, che sostengono capitelli corinzi. Sulla trabeazione aggettante è riportata l'iscrizione “o bone Jesu salva nos”. Conclude la composizione un’edicola con timpano spezzato e volute laterali che terminano in due cornucopie, mentre al centro è raffigurato un calice con l'ostia, rimando al SSmo Sacramento, titolo della Confraternita. L'esuberanza e la profusione dei motivi decorativi, la ricchezza dell'insieme degli elementi architettonici, dei rilievi e degli affreschi che completano la cappella, concorrono ad un unico effetto scenografico che ha lo scopo di stupire chi guarda e condurlo, attraverso la strabordante bellezza, direttamente a Dio[4].

Altare del SSmo Crocifisso, Capranica, Duomo di San Giovanni Evangelista 

Ma sono proprio gli affreschi che abbelliscono le pareti e la volta, l’oggetto del nostro interesse. Essi riproducono scene tratte dalle tradizioni orali sulla Santa Croce portate in Occidente dai pellegrini della Terra Santa, e avvalorate prima da Eusebio di Cesarea nella sua Vita di Costantino, scritta dopo il 337 d.C., e successivamente da Rufino d’Aquileia e Ambrogio, vescovo di Milano.

Il dipinto collocato sul lato destro della cappella (con riferimento a chi guarda), è inserito in una cornice a monocromo delimitata da un festone vegetale che include in basso una conchiglia con 3 dadi e in alto un medaglione con l'iscrizione Ecce Crucem Domine. Misura mt. 1,50 x 2,50 (h) e può essere intitolato Sant'Elena venera la Santa Croce, poiché rappresenta il vescovo Macario che mostra la vera croce a Sant’Elena, madre di Costantino il Grande. La didascalia Ecce Crucem Domine riproduce appunto le parole che il santo vescovo pronunciò recando la reliquia alla madre dell’imperatore romano al momento del suo ritrovamento (l’inventio). Tale iconografia riprende quella di altri artisti, prima fra tutte quella di Piero della Francesca nel ciclo di affreschi de la Leggenda della Vera Croce, conservato nella chiesa di San Francesco ad Arezzo, e basato sulla Leggenda Aurea di Jacopo da Varagine, nonché di altri pittori minori.

Piero della Francesca, Incontro tra la regina di Saba e Salomone, ciclo de la leggenda della Vera Croce, Arezzo, chiesa di San Francesco

La compilatrice della scheda di catalogo generale della Soprintendenza
per i beni artistici e storici di Roma (giugno 1982), Dott.ssa Anna Maria Pedrocchi, ha invece ritenuto che il soggetto del dipinto fosse l’incontro di Salomone e della Regina di Saba e ciò sulla base del manto rosso con veste azzurra con motivi dorati della figura femminile e del manto dorato con risvolti rossi su veste bianca di quella maschile. Tuttavia, le due scene, Macario e Elena vs. Salomone e Saba, si ritrovano riprodotte nell’arte con motivi compositivi alquanto distanti, a cominciare proprio dall’opera di Piero della Francesca, mentre la didascalia del dipinto, di cui abbiamo detto sopra, assume significato dirimente della questione, facendo propendere più per la prima interpretazione che per la seconda. Inoltre le aureole sulle figure dei protagonisti della scena rimandano chiaramente a due santi, Sant'Elena e San Macario di Gerusalemme, mentre Salomone e la regina di Saba non risulta siano stati mai venerati come tali. Infine, la figura del soldato romano (un centurione?) non avrebbe alcun senso in ambito pre-cristiano, ma assume la giusta importanza agli inizi del IV secolo. Pertanto non vi è alcun dubbio che il soggetto rappresenti la madre di Costantino, tant'è vero che
negli aggiornamenti più recenti della scheda (2005) operati dagli storici dell'arte del MIBAC, anche la Soprintendenza ha optato definitivamente per la versione che vede Sant'Elena protagonista della scena.

Mati Francesco, detto Cecchino del Legnaiolo, Il vescovo Macario mostra la Vera Croce a Sant'Elena (seconda metà del XVI sec.), Firenze (scheda ICCD 5156227)

Matteo Rosselli, Invenzione della Santa Croce (XVII sec.), Firenze, Chiesa dei Santi Michele e Gaetano

Nella scena si vede dunque Elena, inginocchiata nell’atto di adorare la Vera Croce, e il vecchio vescovo Macario che le porge il Sacro Legno (vera Croce perché quella usata come patibolo di Cristo sarebbe stata riconosciuta tra tre legni diversi). In primo piano a destra, un giovane africano indossa una corta veste azzurra con ricami dorati e tiene il mantello della santa, mentre a sinistra, inginocchiato, un servo con veste marrone reca su un cuscino le insegne regali. Inquadrata in uno sfondo architettonico, una folla di astanti, tra cui un chierico con le insegne pastorali e un soldato romano, assiste alla scena.

Sul lato opposto è rappresentata invece la Visione di Costantino, cui l’imperatore assiste prima di affrontare le truppe di Massenzio nella decisiva battaglia di Ponte Milvio (o di Saxa Rubra), il 28 ottobre 312 (vedi scheda Soprintendenza). Anche questo affresco, come il suo opposto, è inserito in una cornice a monocromo con delimitazione di un festone vegetale, con medaglione in alto recante la didascalia in hoc signo vinces, mentre in basso è stavolta rappresentato un gallo. Costantino è raffigurato su un piedistallo, in corta veste azzurra con manto rosso e corona, con lo sguardo rivolto verso due angeli, in alto a destra, recanti la croce entro una nube dorata, da cui promana la scritta in greco en toito enika (in questo vinci). In primo piano, in basso a sinistra, un giovanetto seduto, vestito in tunica verde, mostra l’elmo dell’Imperatore, mentre una folla di legionari, recanti rossi labari e altre insegne romane, è ritratta in movenze vivaci intorno alla figura centrale. Sullo sfondo azzurro sono visibili, a sinistra, due tende dell’accampamento, una marrone, l’altra a righe gialle e blu.

Luigi Fontana, Scene della Santa Croce, a sinistra Visione di Costantino, a destra, Sant'Elena venera la Santa Croce, Capranica, Duomo di San Giovanni Evangelista

Sulla volta della cappella, è infine raffigurata
la SSma Trinità in un dipinto di forma ottagonale di dimensioni mt 0,80 x 0,80, inserito in una cornice modanata in stucco bianco e dorato. Nell’affresco, su fondo oro, è rappresentato Dio Padre, in manto rosso con veste blu, ricalcante l'iconografia tradizionale, in piedi a braccia levate. La figura ha un ginocchio piegato sul quale è abbandonato il corpo del Figlio Redentore, dipinto come Cristo morto, in perizoma bianco, appena deposto dalla croce, mentre ai lati sono raffigurati due angeli piangenti in vesti blu e rosse. Infine, in alto a destra, è ben visibile la colomba, simbolo dello Spirito Santo. Nelle decorazioni della volta, due pellicani speculari rimandano al sacrificio di Cristo per gli uomini (in hoc consistit verus amor, in questo consiste il vero amore).

Luigi Fontana, Volta della cappella del SS.mo Crocifisso, ottagono raffigurante la SS.ma Trinità, Capranica, Duomo di San Giovanni Evangelista
 

Dal punto di vista iconografico, chiaro è il riferimento dei dipinti in esame alla dedicazione della Cappella del Santissimo Crocifisso, come dimostrano anche i simboli della passione inclusi nelle cornici monocrome dei due affreschi. Il gallo e i tre dadi rappresentati alla base delle suddette, all'interno delle grandi conchiglie, sono infatti richiami alla notte della passione del Signore, rimandando il primo al tradimento di Pietro (“prima che il gallo canti tu mi rinnegherai tre volte[5]) e i secondi alla spartizione che i soldati fanno ai piedi della Croce delle vesti di Gesù, ad eccezione della sua tunica perché senza cuciture e tessuta tutta d’un pezzo, che viene appunto assegnata secondo la sorte dei dadi[6]

Il gallo, raffigurato nella cornice dell'affresco Visione di Costantino, e i tre dadi, nella cornice dell'affresco Sant'Elena venera la Vera Croce.

L’accademismo della composizione e della resa, fanno ricondurre la pittura nell’ambito stilistico ottocentesco. Secondo lo storico locale Trento Morera, gli affreschi della cappella sarebbero opera del Prof. Domenico Fontana, che li avrebbe eseguiti tra il 1889 e il 1890[7]. Tuttavia, nei registri dei conti della Fabbrica, non vi è traccia di pagamenti dell'amministrazione della Collegiata registrati a nome del suddetto. 

Ed in effetti, l'autore delle tre opere è l'Accademico di San Luca Luigi Fontana[8] – e non Domenico – pittore, scultore e restauratore, allievo di Tommaso Minardi, particolarmente attivo nel viterbese e a Roma nell’ultimo ventennio del secolo XIX. In ambito alto-laziale, l'opera più importante eseguita dal Fontana fu l'intero progetto decorativo della cattedrale di Santa Margherita a Montefiascone, al quale l'artista lavorò negli anni dal 1888 al 1893. Tra il 1892 ed il 1894, il Fontana realizza quattro affreschi nella volta del duomo di Sutri, oggi concattedrale della diocesi di Civita Castellana, raffiguranti altrettanti Santi: Santa Dolcissima, patrona di Sutri; San Pio V, per 6 anni vescovo di Sutri e Nepi, poi eletto Papa; San Felice prete (martire sutrino); Sant'Ireneo diacono legato al martirio di Santa Dolcissima. Sono anche opera del Fontana gli affreschi sopra la volta dell'altar maggiore che rappresentano i quattro evangelisti e i due affreschi laterali che rappresentano rispettivamente la Morte e L'incoronazione della Madonna. La paternità del Fontana di queste opere è testimoniata da una lapide dipinta a calce sul muro dell’abside della Concattedrale. 

Luigi Fontana, San Pio V Papa (a sinistra) e Santa Dolcissima v.m. (a destra), Sutri, cattedrale di Santa Maria Assunta

La presenza dell'artista prima a Montefiascone, poi a Sutri, facilita il suo contatto con committenze ecclesiastiche di altri paesi delle rispettive diocesi. Fra il 1887 e il 1888, commissionate da mons. Focaccetti, vescovo di Acquapendente, nella chiesa di San Pietro, a Grotte di Castro, Fontana realizza due affreschi raffiguranti San Pietro che guarisce uno storpio e San Paolo che predica nell'aeropago. Sempre a Grotte di Castro, decora il santuario della Madonna del Suffragio e realizza le statue delle Quattro Virtù Cardinali. A Sutri realizza pure la statua di San Pio V, mentre a Bassano Romano, nella chiesa parrocchiale, l'affresco di San Filippo in gloria. Negli stessi anni, proprio durante la realizzazione dei lavoro sutrini, passa quindi a realizzare nel duomo di San Giovanni Evangelista, a Capranica, il ciclo di affreschi sulla Santa Croce che decorano la omonima cappella.

Luigi Fontana (1827-1908)

Luigi Fontana, Madonna del Suffragio, Grotte di Castro, Santuario della Madonna del Suffragio

Nel 2012, per celebrare il 1700° anniversario della battaglia di Ponte Milvio (o, secondo alcuni storici, di Saxa Rubra) svoltasi il 28 ottobre 312 tra Costantino e Massenzio, le Poste Magistrali (del Sovrano Militare Ordine di Malta) hanno emesso due francobolli che ritraggono il dipinto Visione di Costantino, della Cappella del SSmo Crocifisso della chiesa di San Giovanni, in Capranica, che danno lustro a queste belle opere del nostro piccolo, ma inestimabilmente prezioso, patrimonio artistico.

I due francobolli del valore € 2,40 uniti dall'appendice centrale


Nella foto di apertura: Foglietto del valore di € 7,70 raffigurante il dipinto Visione di Costantino, di Luigi Fontana, Capranica, duomo di San Giovanni Evangelista

Ecco la scheda di emissione dal sito dell'Ordine di Malta (è l'emissione n. 439 del 2012):

Data di emissione: 24 settembre 2012

Valori: due francobolli da € 2,40 ciascuno uniti in appendice centrale, per complessivi € 4,80. In foglietto, due francobolli da € 2,50 e da € 5,20 per complessivi € 7,70.

Soggetto: Commemorazione del 1700° anniversario della Battaglia di Ponte Milvio. L’emissione filatelica raffigura il dipinto “La visione di Costantino” conservato a Capranica, presso la Chiesa di San Giovanni Evangelista;

Serie: nel francobollo a sinistra dell’appendice: particolare di Costantino, nel francobollo a destra dell’appendice: particolare della Croce portata dagli angeli. Nell’appendice centrale: particolare della scritta in greco apparsa con la Croce e la didascalia: “1700° anniversario della Battaglia di Ponte Milvio”

Foglietto: il dipinto nella sua interezza. In francobollo: nel valore da  € 2,50 particolare di Costantino; nel valore da € 5,20 particolare della Croce portata dagli angeli.

Formato francobollo: serie: mm 30 x 60 per ciascuno dei due valori; foglietto: mm 48 x 30 per ciascuno dei due valori

Dentellatura: serie: 13 x 1/4; foglietto: 13 x 1/4

Formato foglietto: mm 120 x 170

Tiratura: dodicimila serie complete con appendice e cinquemila foglietti numerati

Foglio: da tre serie complete con appendice (sei francobolli e tre appendici)

Stampa: offset. Cartor Security Printing. La Loupe, Francia

Fotocolor: G. Palozzi



NOTE AL TESTO
 
[1] Soprintendenza per i beni artistici e storici di Roma, Scheda di catalogo generale 12/00222958  
[2] Fabio Ceccarini, Dio fa casa con l'uomo. La Collegiata di San Giovanni Evangelista in capranica nel bicentenario della sua fondazione (6 agosto 1801 - 6 agosto 2001), Capranica 2001: ASPC, Libri Capitolari, 4 [1799-1848], ff. 81v-84r – 26 aprile 1831 
[3] Fabio Ceccarini, Dio fa casa con l'uomo. La Collegiata di San Giovanni Evangelista in capranica nel bicentenario della sua fondazione (6 agosto 1801 - 6 agosto 2001), Capranica 2001: ASPC, Libri Capitolari, 4 [1799-1848], f. 78v – 24 luglio 1830 
[4] Soprintendenza per i beni artistici e storici di Roma, Scheda di catalogo generale 12/00222957  
[5] L'episodio è riportato sia nei vangeli sinottici (Mc 14,66-72; Mt 26,69-75; Lc 22,56-62) sia nel vangelo di Giovanni (Gv 13,37-50; Gv 18,15-18.25-27) 
[6] Gv 19, 23-24 
[7] Così riferisce Trento Morera, Capranica nella storia e nell’arte, cit., p. 77 
[8] Monte San Pietrangeli (Fermo), 9 febbraio 1827 – 27 dicembre 1908
 

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CECCARINI, Fabio, «La cappella del SSmo Crocifisso, gli affreschi di Luigi Fontana e un'emissione filatelica del Sovrano Militare Ordine di Malta», Capranica Storica, 28/04/2022 - URL: https://www.capranicastorica.it/2022/04/la-cappella-del-ssmo-crocifisso-gli.html

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